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La storia

STORIA
ORIGINE
Verso la fine del 1300, un certo Bonora Ondidei di Levola di Montefiore Conca (RN) si ritirò sul
Monte Auro per dedicarsi alla preghiera. Qui abitò nella località di Villa S. Martino in una casetta
di tre stanze, una delle quali adibita a cappella, adornata di affreschi raffiguranti Gesù, la Madonna
e i santi. E' proprio l'immagine della Madonna che è diventata oggetto di devozione dei fedeli. La
Vergine, venerata con il titolo di Madre della Divina Grazia, è raffigurata con il bambino seduto
sulle ginocchia che prende il latte. Indossa una veste di colore rosso con il manto azzurro e sul petto
ha una stella raggiante. L'affresco è attribuito alla scuola giottesca riminese. Lo stesso Bonora donò,
con atto notarile, il 7 ottobre 1409, il terreno, la casa e la cappella al Terzo Ordine della Somma
Penitenza di S. Francesco. I frati continuarono ad essere presenti nella cella di Bonora fino al 1652,
quando il papa Innocenzo X soppresse i piccoli conventi. I beni del convento e la chiesa furono
assegnati al Monastero delle monache dette prima le Convertite, poi di Santa Maria Maddalena, poi
del Cuore di Gesù di Rimini. Nel 1796 le leggi napoleoniche soppressero anche questo ordine e
furono chiusi sia il convento che la Cella di Bonora. Nonostante ciò, continuavano i pellegrinaggi
della popolazione all'immagine della Madonna della Cella di Bonora. Nel 1833 ci fu un fatto
clamoroso che aumentò la fama di questo luogo mariano già tanto amato: il primo miracolo
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